Esiste un luogo che sta tra la vita reale e la scena. Ha la larghezza di un metro e mezzo in genere.

Questo luogo sta tra due stoffe nere che si allungano verso l’alto. Sono le quinte teatrali. Ogni attore sa che nel momento in cui le varcherà entrerà in una dimensione molto particolare e che sarà analizzato da centinaia di radar sensoriali chiamati spettatori.
Sa che sarà totalmente nudo con sé stesso e di fronte ad un pubblico. Perché il teatro, quello vero, ti espone l’anima e il corpo. L’attore sa che sa che in quel metro e mezzo, dovrà trovare la piena centratura con sé stesso e il suo personaggio, per conquistare simpatia o empatia, la ragione o l’irrazionalità degli spettatoti, o tutte queste cose messe assieme.

Ma in quel metro e mezzo che separa la vita reale dalla scena, l’attore vive nel suo corpo e nella sua mente un velocissimo processo di acquisizione di voci, di posture fisiche, di emozioni. Quel passaggio è un corridoio stretto e un brevissimo percorso che si fa alla velocità della luce ma nello stesso tempo rallentato come in una slow motion.

Ci viaggi, all’interno delle quinte, con i battiti cardiaci accelerati, coi polmoni che risucchiano ossigeno come idrovore con l’acqua, con il cervello che comincia a produrre sostanze dopanti. Vedi il palco con gli occhi di un gladiatore prima di entrare nell’arena. Magari sono occhi di coraggio e spavalderia, magari sono occhi inquieti.
Anche i gladiatori spesso si pisciavano addosso nel sentire il mormorio dell’attesa tra il pubblico. Non ci sacrificherai mai la vita, di sicuro, ma butterai sulla pista di legno una o più parti di te. E devi essere determinato, non mostrare paura anche se magari hai una paura fottuta.

Mi è capitato spesso, in quarant’anni di attività attorale, di scambiare con i miei colleghi la fatidica battuta: “Ma chi ce lo fa fare???” …ed ogni volta la risposta che ci si dà è che Vuoi provare proprio quella sensazione.

Quella che vivi nel buio e nel vuoto di un metro e mezzo di larghezza, che ti separa dalle luci del palco dove sarai in un altro universo.

Daniele Braiucca

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